di Chraim Zakiya, Maietti Ilaria, Mezzaro Cecilia, Rosini Riccardo e Toomey Philip Robert ( 3A – Liceo Scientifico Roiti di Ferrara – anno 2023).
Avete mai sentito parlare della Nao Challenge? Se non è così, ora vi presenteremo questo progetto in grado di formare nuove generazioni per i lavori del futuro.

COME FUNZIONA?
La Nao Challenge è un progetto di livello nazionale che si svolge annualmente in Italia e interessa studenti delle scuole superiori. L’evento si occupa principalmente di programmazione informatica, ma non solo, in quanto servono capacità di ogni tipo che consentono a tutti i ragazzi di trovare un posto all’interno del progetto.

La Nao Challenge si svolge annualmente dal 2015 negli Stati Uniti e successivamente si è diffusa in Italia, Francia, Germania e altri paesi europei.
Più precisamente, si occupa di robotica e vi partecipano squadre provenienti da diverse scuole, sfidandosi in una competizione a colpi di programmazione di un robot chiamato Nao.
Ogni edizione presenta un tema diverso di attualità, come l’Agenda 2030 argomento di quest’anno.
La Nao Challenge è suddivisa in diverse fasi:

Nella prima parte i ragazzi dovranno lavorare alla programmazione del Nao nei rispettivi istituti per alcuni mesi con l’obiettivo di qualificarsi alle finali. Nella seconda fase i qualificati si recano in una città (Firenze quest’anno) dove presenteranno ai giudici il loro progetto fatto in asincrono durante l’anno.
Coloro che avranno svolto un buon lavoro passeranno infine all’ultima fase, quella della sfida finale, dove arriveranno totalmente all’oscuro di ciò che li aspetta, in quanto la prova è inedita e dovranno collaborare con le altre squadre. In questo modo, grazie alla programmazione effettuata sul momento, riusciranno a raggiungere gli obiettivi posti dalla sfida e chi otterrà il punteggio maggiore sarà il nuovo vincitore dell’edizione.
È bene sottolineare che ogni anno il tema cambia e di conseguenza anche le sfide proposte. Inoltre i temi sono sempre molto ampi (Agenda 2030 nel 2023, Arts and Culture nel 2022) e permettono così ad ogni gruppo di programmare e modificare il robot in modo unico. Quindi per far comprendere al meglio come lavorano i ragazzi, riporteremo l’esperienza della scuola Alle Stimate di Verona, con il loro gruppo NaoNexus.
COS’È NAONEXUS?
La Scuola di Verona partecipa alla Nao Challenge da tre edizioni grazie all’iniziativa del Dirigente scolastico che ha inserito il progetto agli studenti e al coordinatore, Professor Giovanni Bellorio. A ogni edizione i componenti della squadra variano per dare la possibilità a più ragazzi di partecipare.
“La scuola credo diffonda molto questo progetto, quindi chi ha voglia può mettersi alla prova, mettersi in gioco e alla fine si accetta tutti perché ognuno può portare qualcosa di speciale all’interno del gruppo […]”
Arianna Antonelli

Quest’anno il gruppo Nao Nexus è ben assortito, composto da nove ragazzi ognuno con un ruolo diverso e altrettanto importante: Alberto Rubini, capo del team social; Riccardo Antonelli, capo del team coding; Francesco Bernardi, Elisa D’Iseppi, Edoardo Polfranceschi e Filippo Buso membri del team coding; infine Davide Masini, Arianna Antonelli e Antonio Galati, membri del team social.
I ragazzi si incontrano circa una volta alla settimana nel pomeriggio e di volta in volta si danno degli obiettivi da raggiungere entro la settimana successiva. In totale la programmazione impegna il gruppo per circa 2/3 mesi.
COME PROGRAMMANO IL NAO?
Quest’anno il gruppo NaoNexus ha deciso di focalizzarsi su alcuni degli obiettivi dell’agenda 2030 riguardanti la sostenibilità, il cambiamento climatico e l’ecoliving, dando vita a due progetti:
-il primo vede Nao come un assistente domotico in un edificio. Attraverso l’utilizzo del robot e di altri strumenti, il team ha reso possibile la creazione di un sistema interattivo con lo scopo di rendere l’abitazione indipendente a livello energetico. Infatti il robot si comporta come un controller domotico (come Alexa o Google Home) con molte funzionalità personalizzate e intuitive.
– il secondo è volto alla consulenza per l’installazione di pannelli fotovoltaici in edifici sia residenziali che commerciali. Tutto ciò è reso possibile grazie alla piattaforma Solaredge, il cui scopo è il monitoraggio fotovoltaico.

Ora vediamo più da vicino come funziona questa meraviglia tecnologica.
La programmazione del Nao per il primo progetto avviene tramite algoritmi formati da diverse sequenze le quali, connesse tra di loro, permettono al robot di svolgere varie azioni, queste dipendono dai dati raccolti dall’ambiente in cui si trova. I ragazzi hanno comprato un sensore che rileva i diversi dati (temperatura, CO2, umidità e qualità dell’aria). Il sensore è collegato a un’applicazione sul telefono tramite usb. Ai dati del sensore vengono sommati quelli relativi all’intensità della luce ricavata dal dispositivo. Tutte queste informazioni vengono inviate a un server che le rielabora e le invia al Nao grazie a delle sequenze di istruzioni scritte in linguaggio Python. A questo punto il robot, in base a dei limiti impostati, consiglia dei comportamenti adatti per migliorare le condizioni ambientali e per garantire un maggiore risparmio energetico (esempio: consiglia di spegnere le luci se c’è già abbastanza luce, aprire le finestre se c’è un’alta concentrazione di CO2…). Ma il Nao riserva molte più sorprese, infatti riesce addirittura a svolgere autonomamente le azioni che consiglia (come gestire l’apertura e chiusura delle tapparelle, le luci e lo spegnimento della lim).

Per raggiungere al meglio l’obiettivo del secondo progetto hanno deciso di collaborare con Amperia, un’azienda che si occupa dell’ecosostenibilità energetica in Italia. Innanzitutto il potenziale cliente fornisce al Nao le informazioni necessarie per la realizzazione del progetto. Il robot poi analizza i dati tramite un server esterno e li trasferisce alla piattaforma Solaredge. Quest’ultima, seguendo le indicazioni fornite, crea il progetto fotovoltaico presentando una varietà di opzioni al cliente.
“Credo che sia molto interessante il fatto che è un gruppo dove ci sono tante cose da fare a 360 gradi perché, oltre a questa parte tecnica di creazione del progetto in sé, bisogna anche andare a considerare l’aspetto del marketing. È fondamentale creare una buona immagine del team, attraverso video su youtube, instagram e tiktok. Trovo questa cosa comunque molto affascinante perché da spazio a chiunque […]”
Arianna Antonelli
Si può notare che la parte informatica del progetto è particolarmente importante e impegnativa ma lo è altrettanto la parte social. Infatti un requisito fondamentale per la Nao Challenge è la gestione degli aspetti social in modo da pubblicizzare e valorizzare il proprio lavoro.
La Nao Challenge è un progetto capace di entusiasmare i ragazzi portando ognuno a dare il meglio di sé e a sviluppare nuove competenze. Il NaoNexus ne è un chiaro esempio: i ragazzi collaborano per raggiungere obiettivi comuni e ottenere grandi soddisfazioni, come la vittoria di questo e dello scorso anno.

NaoNexus, oltre a essere un gruppo di lavoro, è anche un gruppo di amici.
Ringraziamo il professore Bellorio e i ragazzi del NaoNexus per la disponibilità e le informazioni che ci hanno fornito.
Per maggiori informazioni:https://naonexus.altervista.org/naochallenge2023/it/index.html
Per maggiori informazioni sulla NAO Challenge: https://www.naochallenge.it/