di Gaia Cestari, Francesca Ciancio, Serena Prandini, Elena Sgueglia della Marra e Lavinia Vindigni (5P – Liceo Scientifico Roiti di Ferrara – anno 2021)
Aree tematiche di riferimento: medicina e salute, scienze e società
Stato attuale del progetto: in essere
Quanti di noi, riflettendo sul proprio futuro, si sono chiesti almeno una volta: “cosa farò nella mia vita?”
Quante volte abbiamo cercato di capire le nostre inclinazioni e talenti senza trovare una risposta definitiva?
Se ti sei mai riconosciuto nella frase “da grande voglio fare il dottore”, avere un approccio diretto con la realtà lavorativa può accendere in te la scintilla oppure spegnerla del tutto.
La figura del medico è da sempre vista con grande ammirazione, non solo perché alle sue mani è affidata la vita delle persone, ma anche per la sua capacità di instaurare un rapporto profondo con il paziente; già Seneca, nel De Beneficiis, si esprimeva in merito con le famose parole “Medicus amicus”. Questa professione implica inoltre una serie di responsabilità, così come un forte peso emotivo nell’approccio con il paziente, che non possono essere ignorati nel momento della scelta.
Scuola e stage
Grazie alla scuola e alla disponibilità dei medici è possibile prendere parte ad un progetto che permette di immedesimarsi nella realtà ospedaliera per una o più settimane. Il liceo Roiti ha, infatti, dato la possibilità ai ragazzi del quarto e quinto anno di affiancare medici, chirurghi e infermieri nella loro quotidianità.
A tal proposito abbiamo voluto fare un resoconto delle esperienze dei partecipanti raccogliendole all’interno di un sondaggio.
Analizzando i numeri…
Il sondaggio è stato proposto a 57 studenti, la maggior parte dei quali ha preso parte allo stage principalmente negli anni 2018-2019. Dall’analisi dei dati è emerso che il reparto ospedaliero più richiesto è stato quello di chirurgia d’urgenza con una partecipazione del 31.6% degli studenti. E’ stato inoltre chiesto ai ragazzi di esprimere la propria impressione riguardo il primo giorno di stage.

Come si evince dal grafico sopra riportato, la quasi totalità dei partecipanti ha dato una risposta più che positiva, mentre una netta minoranza si è espressa negativamente.

Confrontando questi dati con quelli riportati nel diagramma riguardante la valutazione complessiva dello stage, emerge che al termine dell’esperienza il trend generale di gradimento è migliorato: l’84.3%, ossia un totale di 48 studenti ha valutato l’esperienza in modo soddisfacente attribuendo un voto complessivo allo stage di 4 o di 5 su una scala di valutazione da 0 a 5.
Il rapporto medico e studente
Il parere sull’approccio diretto dei medici nei confronti degli studenti si divide tra una preponderanza di valutazioni positive (87.7%) e una minima (12.3%) di giudizi meno entusiasti. Chiedendo di motivare le loro risposte, gli studenti hanno sottolineato che in alcuni casi avrebbero preferito ricevere ulteriori spiegazioni riguardo quello che stavano osservando ed essere maggiormente seguiti dai medici; giudizi da considerarsi in rapporto alla natura di uno stage rivolto a studenti delle scuole superiori che è molto diverso da quello che può essere un tirocinio più pratico.

Come ultimi dati ricavati dal sondaggio emerge che l’assoluta maggioranza degli studenti, in linea con quanto precedentemente affermato, consiglia fortemente l’esperienza alle generazioni successive evidenziandone l’utilità formativa. Tra gli studenti che hanno seguito lo stage il 30.4% frequenta attualmente la facoltà di medicina e il 72% del totale dichiara che questa esperienza ha influito in modo determinante nella scelta universitaria.
La parola agli studenti che hanno partecipato allo stage
Al fine di ottenere una visione più dettagliata dell’esperienza ospedaliera si riportano di seguito le interviste a due ex alunni del liceo, Irene e Leonardo, attuali studenti di medicina, che hanno partecipato allo stage nel 2018 presso l’Ospedale di Cona.
“In cosa consisteva l’esperienza esattamente?”
L’esperienza che ho vissuto durante l’estate tra la terza e la quarta superiore ha avuto una durata complessiva di due settimane. Durante questo periodo ho avuto la possibilità di condividere a 360 gradi l’attività di un reparto ospedaliero, nel mio caso quello di anestesia e rianimazione dell’ospedale universitario di Cona. Dalle 8 del mattino fino al tardo pomeriggio, per un numero di ore giornaliere intorno alle otto, ho potuto assistere a numerosi interventi in sala operatoria e all’attività in reparto
“É stata un’esperienza determinante per la scelta della facoltà?”
Si molto, dopo solo una settimana avevo deciso che quello sarebbe dovuto diventare a tutti i costi il mio lavoro
“Qual è stato il primo impatto con l’ambiente ospedaliero?”
Ricordo di essere rimasta fin da subito affascinata da quell’ambiente. In generale mi ha colpito molto l’attività, le dinamiche e le procedure che si nascondono dietro un intervento, dalla “Check list” prima di iniziare le operazioni, fino al lavoro di squadra dell’equipe in sala
Il primo impatto è stato positivo. Mi piaceva molto aggirarmi per i corridoi dell’ospedale, la sensazione di cambiarci, metterci i copriscarpe, la mascherina e la cuffia…Mi sembrava di essere già uno specializzando
“C’é un intervento/esperienza che ti ha particolarmente colpito?”
Non potrò mai dimenticare quando, uno dei primissimi giorni, ho assistito ad un intervento su un aneurisma aortico eseguito tramite accesso retroperitoneale, sia per la particolarità dell’intervento, sia per i numerosi chirurghi che si sono alternati sul tavolo operatorio nelle varie fasi dell’operazione che è durata almeno sei ore!
“Hai conosciuto un medico o infermiere o operatore sanitario che ti ha particolarmente ispirato? Perché?”
Sono in realtà diverse le figure che ho incontrato e che mi hanno particolarmente colpito. In generale non mi sarei mai aspettata l’accoglienza e la disponibilità dei medici e infermieri che ho conosciuto. In particolare quello che ho apprezzato più di tutto sono state le spiegazioni e gli insegnamenti che molti mi hanno offerto, nonostante fossi “solamente” una studentessa delle superiori
“Il principale messaggio/lezione di vita che ti ha lasciato l’esperienza?”
Ho potuto constatare quanto sia duro e complesso il lavoro di medici e infermieri e quanto sia importante e preziosa la loro attività. Allo stesso tempo ho capito anche che si tratta di una strada difficile e molto lunga ma soprattutto che avrei dovuto intraprendere solo se fossi stata completamente convinta, e così è stato
“Rifaresti questa esperienza in quarta oppure pensi che sia troppo presto/tardi? La consiglieresti? Perché?”
Assolutamente si, la rifarei se potessi tornare indietro e la consiglierei a tutti coloro che stanno valutando la possibilità di studiare medicina o professioni sanitarie all’università. Credo che durante il quarto anno sia il momento più giusto per capire effettivamente quello che si vorrà fare in futuro
Sì, la rifarei all’infinito e la consiglierei a tutti coloro che pensano di fare medicina, anche perché dà la giusta carica per studiare al massimo per riuscire a superare il test d’ingresso
La parola ai medici
Anche il punto di vista dei medici che si sono resi disponibili è necessario per ottenere un quadro completo, a tal proposito è stata chiesta la loro opinione in merito: di seguito si riporta l’intervista al dottor Scaramuzzo, medico anestesista-rianimatore dell’Ospedale di Cona.
“In cosa consiste lo stage in ospedale? Quali opportunità vengono date agli studenti? E’ stato difficile gestire ragazzi senza aluna esperienza in un mondo così complicato?”
Durante lo stage gli studenti seguono un medico nell’attività del turno lavorativo. L’attività di noi anestesisti e rianimatori è trasversale: a volte lavoriamo in sala operatoria dove siamo i responsabili dell’anestesia e analgesia dei pazienti che vengono sottoposti agli interventi chirurgici. Altre volte lavoriamo nell’ambito dell’emergenza e della terapia intensiva dove curiamo i pazienti più complicati e instabili che necessitano, appunto, di cure intensive (assisenza respiratoria, cardiovascolare…)
“Qual é stato il motivo che l’ha spinta ad accettare di partecipare a questo progetto?”
Credo che una società in cui ognuno studia e fa quello che davvero gli piace sia una società più felice e che funziona meglio.
“Come si sono approcciati al mondo ospedaliero gli studenti che ha seguito? Cosa consiglierebbe a chi desidera fare questa esperienza?”
Gli studenti che ho incontrato hanno mostrato grande interesse per quello che succedeva in ospedale. In alcuni ho potuto scorgere attimi di sorpresa, in altri di noia, in altri ancora di vivo stupore. A chi vuole partecipare a questo progetto suggerisco di approcciarsi con la massima apertura possibile. A chi rimane deluso ricordo che poche ore e pochi turni, magari sfortunati, non possono davvero rendere al 100% quello che significa essere medici oggi, ma sicuramente sono meglio di niente!
“Pensa che per i ragazzi che sono prossimi al mondo universitario sia importante vivere un’esperienza di tale portata?”
Non è per niente facile capire cosa studiare all’università. Ricordo ancora la mia confusione quando si avvicinavano i test d’ingresso a medicina. Io purtroppo non ho potuto partecipare ad un’esperienza di questo tipo, ma credo che sia l’unico modo per farsi un’idea su quello che davvero vuol dire la professione. Anche da giovani studenti di medicina, quando le corsie sono ancora lontane, è difficile capire quale sia davvero il lavoro che si è chiamati a fare una volta laureati, ma l’università finisce e bisogna essere il più possibile consci di quello che si potrà fare dopo.
“Prima dell’università e della specializzazione, nel corso dei suoi studi, ha avuto l’opportunità di seguire un’esperienza simile?”
Purtroppo non ho avuto questa occasione durante il liceo; non so se la mia scelta sarebbe stata diversa, forse no. Difficile oggi immaginarmi in altri ruoli! Posso però dire che, nel bene e nel male, la professione che oggi esercito è sicuramente diversa da quella che mi immaginavo quando mi sono iscritto all’università. Durante l’università, inoltre, solo la frequenza dei diversi reparti mi ha fatto capire quello che davvero volevo fare. I libri e la realtà sono molto diversi.
“Si è riconosciuto in qualcuno dei ragazzi che ha seguito o nella voglia di fare esperienza di qualcuno di loro?”
Sono rimasto davvero colpito dall’entusiasmo di alcuni studenti e dalla loro voglia di capire cosa davvero si cela dietro la nostra professione! Spero di incontrare qualcuno di voi, tra qualche anno, dalla stessa parte. Il futuro è vostro, in bocca al lupo!