Breve narrazione di una visita che lascia una lunga emozione
di Lorenzo Semprucci e Lisa Vincenzoni (Liceo Scientifico Roiti di Ferrara, classe 5P; Anno 2019)
Aree tematiche di riferimento: tecnologia, fisica, scienza e società Stato del Progetto: concluso
Premessa
A chi si appresta a leggere questo testo sentiamo il dovere di fare una premessa: questo non è un articolo scientifico. Non è un saggio breve, un tema e tantomeno un diario di viaggio. Questa è la narrazione di un’emozione, la storia di un gruppo di ragazzi che ha seguito il Bianconiglio fin dentro la sua tana, è scesa in un mondo sotterraneo apparentemente paradossale ed assurdo, dove l’impossibile si scopre essere possibile. Quello che leggerete è quasi tutto vero, lasciamo i sogni all’immaginazione di Lewis Carroll, ed immergiamoci in quel Paese delle Meraviglie che è il CERN.
Ginevra e l’inizio del viaggio
Il sole è alto e fa troppo caldo per essere solo ai primi di aprile. Il pullman ci ha lasciati a pochi passi dall’ingresso del CERN e con passo veloce ci dirigiamo verso l’entrata. Camminiamo in questa illogica Ginevra con il giubbotto in mano, indosso solo una felpa ed andando a zig zag per evitare i cumuli di neve sul marciapiede.
Sulla parete d’ingresso ci aspetta un ragazzo italiano con in mano una serie di cartellini identificativi sui quali è scritto il nostro nome. Ce li distribuisce e li indossiamo con fierezza, consapevoli che stiamo per vivere un’esperienza riservati a pochi, che di qui a momenti entreremo in quel luogo in cui centinaia e centinaia di scienziati sognano di poter entrare e in cui, molto probabilmente, non entreranno mai. Questo non è solo il passo conclusivo di un percorso scolastico sugli acceleratori di particelle iniziato due anni e mezzo fa, ma il coronamento del sogno di chiunque sia appassionato, o anche solo interessato e affascinato, di scienza.
CERN (Conseil Européen pour la Recherche Nucléaire)
Il ragazzo italiano ci accompagna in una piccola sala conferenze dove un ricercatore israeliano, in circa tre quarti d’ora, prova a farci capire cos’è il CERN, a cosa lavorano, i grandi traguardi raggiunti e gli obiettivi futuri.
Il ricercatore parla un inglese abbastanza fluido ma, complici le nostre conoscenze piuttosto ridotte della lingua, non tutto è stato chiaro come ci sarebbe piaciuto che fosse.
Al termine della spiegazione, il ricercatore, si dice pronto a rispondere ad ogni nostra domanda, dubbio o curiosità riguardante la fisica. Sappiamo essere un’occasione irrepetibile e la cogliamo al volo. Gli vengono poste domande principalmente sulla materia oscura e sui buchi neri, sulla fisica e fantascienza che si vede nei film o si legge in libri o riviste. Lui risponde a tutto con un entusiasmo sorprendete ed il sorriso stampato sulle labbra, il sorriso di chi è felice di fare il lavoro che fa.
Appagate tutte le nostre curiosità veniamo riaccompagnati al pullman, il quale ci porterà in Francia, a Cessy, dove avremo la straordinaria opportunità di scendere in profondità per vedere il CMS.
CMS (Compact Muon Solenoid)
L’ascensore scende veloce, sembra un razzo in partenza per l’Universo. I numeri, sul display interno all’ascensore, si fanno sempre più piccoli. Scorrono così veloce che quasi non si riescono a distinguere. Si tappano le orecchie e un sottile ronzio si fa sentire dentro le nostre teste. Ora i numeri sul display vanno più piano, siamo quasi arrivati a -100 quando l’ascensore si ferma. La nostra guida per il CMS, un fisico britannico, ci accompagna attraverso stretti corridoi dalle parteti bianche. Di tanto in tanto incontriamo una porta, la quale si aprirà solo in seguito al controllo della retina effettuato dalla nostra guida. Dopo una decina di minuti di passeggiata in quei corridoi sotterranei finalmente arriviamo alla nostra meta, davanti al motivo che ci ha spinto a fare nove ore di pullman per arrivare qui: il CMS.
E’ immenso, molto più grande di come lo avevamo immaginato. E’ incredibile come sia necessaria una struttura tanto grande per poter arrivare alla scoperta di particelle tanto piccole. E’ ancora più incredibile aver la consapevolezza di essere nel laboratorio di fisica delle particelle più importante del mondo, quel luogo dove alla fine del 2011 è stato rilevato per la prima volta il Bosone di Higgs, una scoperta sconvolgente e fondamentale per la fisica delle particelle, che ha portato nel 2013 Peter Higgs, François Englert e Carlo Rubbia a vincere il Premio Nobel per la Fisica.
La guida ci dà le spiegazione tecniche sul CMS, risponde alle nostre ultime domande e ci dà il permesso di scattare tutte le foto che vogliamo, per poi ripercorrere a ritroso tutti i corridoi fatti in precedenza, riprendere l’ascensore che ci riporterà in superficie e uscire dal CERN.
Sediamo in pullman, pronti a tornare in albergo. C’è una strana eccitazione nell’aria. La stanchezza comincia a farsi sentire, mentre nella testa si aggirano ancora tutte quelle domande che avremmo potuto fare, ma a cui sul momento non abbiamo pensato. Le tante informazioni che ci sono state donate iniziano intanto a sedimentare e abbiamo sempre più la consapevolezza di aver vissuto un’esperienza unica ed incredibile che, sicuramente, ci porteremo dentro per tanto, tanto tempo.
Conclusione di un viaggio
Al di là di tutto ciò che è la scienza e la fisica, le sperimentazioni e le scoperte, le informazioni tecniche e quelle teoriche, due cose ci hanno sicuramente arricchito dal punto di vista umano.
La prima è l’aver vissuto, seppure per mezza giornata, il CERN. Questo ci ha permesso di capire che quel luogo non è solo un centro di ricerca, una semplice struttura fatta da quattro mura e chilometri e chilometri di tubi, ma un mondo vero e proprio. Questo viaggio d’istruzione ci ha permesso di entrare in un mondo puro, senza bandiere, dove vengono lasciate fuori tutte le differenze etniche, culturali e religiose, dove la diversità non viene vista come un impedimento ma rappresenta un contributo al progresso. Siamo entrati in un mondo dove, indipendentemente dal colore della pelle, credo religioso o paese d’origine, si vive insieme e si collabora per un unico grande scopo: la scienza.
La seconda, so che può sembrare scontato ma crediamo non lo sia affatto, l’abbiamo trovata negli occhi dei ricercatori che, passo dopo passo, ci hanno accompagnato in questo nostro viaggio: la passione. Abbiamo ascoltato le storie di chi, grazie allo studio, l’impegno, i sacrifici, il duro lavoro ed un sogno nel cassetto è riuscito a lavorare assieme ai Nobel per la Fisica.
Sono piccole cose, certo, che magari non andranno ad influire sul nostro rendimento scolastico e non ci faranno diventare famosi scienziati ma che, sicuramente, ci renderanno persone migliori.
Qui trovate il link al video video realizzato da alcuni nostri compagni dove viene approfondito l’aspetto scientifico del CERN e la nostra personale esperienza: