PORTATORI DI SCIENZA

L’alternanza scuola-lavoro come mezzo per fare divulgazione scientifica.

di Alessandro Pedriali, Simone Marchi e Jacopo Angeli (4B Liceo Scientifico Roiti di Parma – anno 2017)

Aree tematiche di riferimento: biologia, chimica, fisica
Stato attuale del progetto: in essere
Wow, che curiosità ! Che sia il ‘fuoco della scienza’ ?!

Il progetto “PORTATORI DI SCIENZA” è un percorso di alternanza scuola-lavoro avviato nel 2017 e che unisce l’apprendimento di nozioni scientifiche alla divulgazione di esse. Vede gli studenti protagonisti di un processo di apprendimento cooperativo e laboratoriale, che li porta successivamente a “portare”, come dei moderni Prometeo , il “fuoco della scienza” ai ragazzi delle scuole elementari e medie.

Giuridicamente il progetto è stato reso possibile dall’accreditamento preventivo presso il MIUR del Liceo Ulivi come ente di formazione, cosa che ha permesso di configurarlo come datore di lavoro nei confronti dei propri studenti, che hanno così avuto la possibilità di essere inquadrati come ‘dipendenti’, secondo le specifiche del progetto alternanza ministeriale.

Nel nostro articolo e nella video presentazione che abbiamo realizzata cercheremo di dare un’idea del primo anno del progetto.

La ‘costruzione’ dei tutor

Ideato dalle professoresse Alessandra Chiari e Rosaria Evangelista (entrambe docenti di fisica) con la collaborazione dei Proff. Gianmarco Giordani e Maria Gabriella Dallafiora (in questo caso docenti di scienze naturali) PORTATORI DI SCIENZA ha preso il via, per quanto riguarda la formazione dei ragazzi come ‘tutor’ nell’ultima settimana di febbraio del 2017in alcune classi terze e quarte del liceo scientifico Ulivi di Parma.

Riportando le parole della Prof.ssa Dallafiora:

il progetto ha visto i ragazzi “vestire” il ruolo di maestri nelle scuole elementari e nelle scuole medie, limitandosi però alla proposta laboratoriale. Essi hanno cercato di divulgare gli argomenti di carattere scientifico (che spaziano negli ambiti della fisica e della chimica n.d.r.) in maniera divertente ed efficace”.

Pronti a partire; la Prof.ssa Dallafiora e i giovani Prometeo prima del battesimo del fuoco

Gli argomenti dei laboratori proposti sono stati sei.  Per quanto riguarda fisica:

  • magnetismo,
  • astronomia,
  • calore,
  • luce

per quanto riguarda le scienze:

  • fotosintesi
  • trasformismo (trasformazioni chimiche e pH)

Gli argomenti sono stati preparati durante intense sessioni di laboratorio pomeridiane(quindici ore suddivise in cinque pomeriggi) in cui gli studenti del Liceo venivano formati secondo i requisiti richiesti dal compito che avrebbero successivamente svolto, cioè

  • accuratezza
  • uso del metodo sperimentale
  • capacità, comprensione
  • elaborazione personale

E’ stato necessario poi che le conoscenze così acquisite venissero rielaborate in modo da renderle comprensibili ad alunni della scuola primariaSi è intervenuti quindi sulle modalità espressive (utilizzando poche e chiare parole) e sulle modalità didattiche, mantenendo pressoché inalterata l’essenza dei contenuti, pur semplificandoli. Inoltre si è cercato di coinvolgere gli alunni delle scuole primarie il più possibile, rendendo allo stesso tempo divertente l’esperienza.

L’impatto con le classi della primaria e secondaria inferiore

Gli allievi dell’Ulivi erano molto motivati, entusiasti e piacevolmente disponibili ad intrattenere una relazione con i loro “studenti” in modo molto accattivante e accogliente, trasmettendo entusiasmo per la scienza anche ai più distratti.   Spesso si è creato un rapporto davvero particolare, tanto che i piccoli alunni sono arrivati a regalare dei peluche o dei portachiavi ai loro “docenti”, mentre altri si sedevano sulle loro gambe !

Per eseguire gli esperimenti sono stati utilizzati materiali di uso comune al fine di spiegare complesse reazioni chimiche (tè o cavolo come indicatori del pH, coloratissimi starlight …) oppure il movimento di astri e pianeti (mandarini e arance), oltre a power point (di soli immagini) o schede illustrative per i più piccoli.

Così svolti, i laboratori hanno centrato perfettamente il loro obiettivo.  Stando alla testimonianza di Eleonora Notarangelo, maestra della scuola elementare “Oreste Boni”, gli alunni delle classi che hanno partecipato ai laboratori sono rimasti affascinati dalle proposte e vorrebbero che fossero riproposte anche il prossimo anno scolastico.
Anche nella maggior parte dei “nuovi docenti” si è avuto un riscontro positivo, in quanto hanno trovato interessante ’interagire” con i colleghi più piccoli e ancor di più di poter provare l’esperienza di chi sta dall’altra parte della cattedra.

Prometheians in the classroom

Il successo del progetto ha portato ad una grande richiesta da parte delle scuole primarie, provocando prima di tutto la necessita di approvvigionarsi di una notevole quantità di materiale, che è stato interamente fornito dalla scuola.  Riprendendo l’esempio sopracitato del pH, sono stati necessari, per eseguire gli esperimenti durante tutto il periodo dei laboratori, ben 1000 cucchiaini di plastica e 100 provette, oltre a litri di latte, acqua distillata, sapone e thè.

 

Test superato !

 Criticità e soluzioni

Una prima difficoltà pratica per la quale si è subito tentato di avviare delle soluzioni e stata data dall’organizzazione temporale delle lezioni: il progetto ha coinvolto nel presente a.s. 2016/2017, più di cento classi dei cilci inferiori, ognuna con richieste e orari diversi. Alcune classi richiedevano solo due ore di laboratorio, mentre altre fino a sei ore, portando così gli studenti incaricati a dover ripetere più volte la stessa attività laboratoriale. Per evitare ciò, ogni gruppo di ‘tutor’ ha cercato di diversificare l’offerta il più possibile. I ragazzi del liceo sono stati suddivisi in più gruppi, ognuno dei quali ha seguito una classe nell’arco di tempo di una settimana.

I “maestri” hanno svolto il loro lavoro in totale autonomia, senza l’ausilio dei loro docenti. Sempre citando la prof.ssa Dallafiora:

ciò ha rappresentato l’unico vero “bug” del progetto, poiché quello che viene detto dagli studenti non può essere verificato ed eventualmente corretto dai docenti

Dal nostro punto di vista, una soluzione potrebbe essere un collegamento tramite Skype con l’insegnante, cosicché possa controllare il lavoro svolto e magari mostrare la lezione in diretta ad altre classi coinvolte nel progetto, fornendo un esempio concreto del lavoro da svolgere.

Conclusioni

“PORTATORI DI SCIENZA” è nato dalla necessità di fornire un’esperienza di alternanza scuola-lavoro che si avvicinasse il più possibile al percorso di studio seguito dei ragazzi, permettendogli di rielaborare e attuare la comunicazione delle loro conoscenze.

Noi crediamo, dopo averlo valutato, che esso rappresenti una valida alternativa al classico lavoro aziendale o agli “stage” nelle facoltà universitarie.  In entrambe queste tipologie di esperienza, secondo molti studenti, le competenze acquisite risultano limitate. Tali attività inoltre non coinvolgono la totalità degli studenti in quanto soprattutto i ragazzi di terza superiore si trovano spiazzati in ambienti lavorativi alieni o, addirittura, non vengono accettati nelle università.

Bibliografia

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