Makers ? 3D Printers ? Fabrication Laboratories ?
di Nicolas Stochino, Riccardo Tonioli, Lisa Fabbri (classe 4P Liceo Scientifico Roit di Ferrarai – anno 2017)
Aree tematiche di riferimento:teoria e calcolo della probabilità, matematica civile Stato attuale del progetto: in essere
Le tecnologie del futuro, alla portata dei liceali “smanettoni”
Oggi andremo ad analizzare il progetto FABLAB attivo da due anni nel Liceo Scientifico Gregorio Ricci Curbastro di Lugo e gestito dal professore di informatica Marco Vassura. Vi invitiamo anche a prendere visione della nostra anteprima video ospitata su YouTube.
Per prima cosa chiariamo cos’è un Fablab. Il nome Fablab deriva dall’inglese fabrication laboratory ed è una piccola officina che offre servizi personalizzati di fabbricazione digitale. Il concetto di fab lab nasce nel 2005 da un’idea del celebre dipartimento “Bits & Atoms”, diretto dal prof. Neil Gershenfeld del M.I.T di Boston. Ogni laboratorio di fabbricazione digitale è organizzato secondo un preciso modello codificato nella The Fab Charter. L’idea generale è quella di un laboratorio in grado di collaborare a distanza ed elaborare progetti in forma digitale. Ogni laboratorio è generalmente dotato di una serie di strumenti computerizzati in grado di realizzare, in maniera flessibile e semi-automatica, un’ampia gamma di oggetti. I Fablab hanno dimostrato grandi potenzialità nel fornire ai loro utenti gli strumenti per realizzare i propri dispositivi tecnologici. Tali dispositivi possono infatti essere adatti alle esigenze locali o personali, in modo tuttora inaccessibile alle produzioni su larga scala. Le dotazioni tipiche di un Fablab comprendono stampanti 3D, fresatrici e plotter da taglio CNC, tagliatrici laser, laboratori di elettronica, falegnameria e meccanica e attrezzature per la lavorazione dei metalli. Il Fablab offre i suoi servizi al territorio, permettendo a ristrette realtà sociali e imprenditoriali di condividere conoscenze e mezzi per favorire lo sviluppo di progetti innovativi, la partecipazione collaborativa e l’accesso alle tecnologie digitali. Coloro che utilizzano queste officine prendono il nome di Makers e vengono definiti come “artigiani digitali”. In realtà i Maker sono dei curiosi ed entusiasti inventori dilettanti la cui abitudine ad armeggiare oggetti ha fatto nascere nuove industrie. Dale Doughety, editore della rivista Make, afferma che in fondo in fondo tutti siamo Makers.
Il modello Fablab sta avendo una rapida diffusione a livello mondiale e tutte le “officine” sono collegate tra loro in una rete globale di condivisione di conoscenze ed esperienze. Qui si può trovare la fondazione che unisce i Fablab di tutto il mondo e che segue la filosofia dell’open source e del no profit.
L’esperienza di Lugo di Romagna più in dettaglio
A questo punto ci siamo chiesti, perchè un Fablab a scuola? Per rispondere al nostro dubbio abbiamo intervistato il prof. Marco Vassura, il quale ci ha spiegato che il Fablab del Liceo di Lugo nasce dall’idea di includere nei corsi scientifici, degli orientamenti Tradizionale e Scienze Applicate, un progetto con un’impronta tecnico-scientifica e pratica che consenta agli alunni di applicare le basi teoriche delle discipline scientifiche (matematica, fisica, scienze, informatica, disegno) nella progettazione e nella realizzazione di esperimenti, prototipi e applicazioni. Alla domanda “Cosa l’ha convinta a iniziare questo progetto nel Liceo dove insegna?” il professore ci ha risposto così:<<il progetto nasce dalla convinzione che il pensiero scientifico debba seguire logiche pluri-disciplinari. Gli studenti non sempre riescono a “toccare con mano” questo fattore durante le ore curricolari. Il Fablab stimola a utilizzare tutte le conoscenze e competenze acquisite nelle discipline per progettare e produrre qualcosa di concreto>>.

Grazie a questo progetto, nel Liceo Scientifico di Lugo, Vassura e i suoi alunni hanno realizzato i seguenti strumenti:
- un generatore di onde stazionarie utilizzato nel laboratorio di Fisica;
- un robot che mantiene una distanza fissa da un ostacolo, utilizzato come tesina all’Esame di Stato;
- un robot-plotter verticale che disegna su di una lavagna con un pennarello;
- vari strumenti utilizzati per presentare alcuni fenomeni fisici (magnetismo, induzione, …);
- un pannello interattivo per il progetto “Generazione Futuro Green” promosso dall’Unione dei Comuni della Bassa Romagna.
Realizzare un tale progetto non è di certo economico, infatti, tutte le apparecchiature elettroniche utilizzate, hanno un costo elevato. Il Liceo di Lugo, nell’arco dei due anni del progetto, ha investito circa 3.500 euro per acquistare: una scheda Arduino (kit di sviluppo e prototipazione), sensori indispensabili nei progetti e una stampante 3D. Il materiale utilizzato è comunque sempre disponibile anche per la didattica svolta durante l’orario curricolare e non è a uso esclusivo del progetto. Per far fronte a tali costi, la scuola ha attivato un piano di crowdfunding. Dall’inglese crowd ovvero folla e funding ossia finanziamento, è un sistema di micro-finanziamento che permette a chiunque, come individuo, di finanziare un qualsiasi progetto con un’offerta libera. Grazie a questo sistema si può, inoltre, coinvolgere più facilmente il territorio in cui si sviluppa. Questo metodo di finanziamento può essere attivato da ogni scuola, la quale può delegare agli studenti il compito di definire la somma da raccogliere in base alle tecnologie che ritengono utili al loro Fablab e di promuovere al meglio il loro progetto per la raccolta.
Nel Liceo Scientifico Ricci Curbastro questo progetto ha raccolto parecchi consensi da parte degli alunni e dei docenti. Nel suo caso specifico per l’attivazione di un progetto sono necessari almeno 15 partecipanti; quest’anno, al Fablab, hanno aderito 33 studenti e 4 professori. La partecipazione, ovviamente, non è sempre costante. Questo a causa di impegni di studio o sovrapposizioni di orario con altri progetti pomeridiani. Gli incontri del Fablab infatti, avvengono ogni settimana, di pomeriggio, hanno una durata media di 2 ore e si svolgono durante l’intero anno scolastico. Mediamente ad ogni incontro partecipano una ventina di ragazzi e due docenti. Ogni professore in genere partecipa come tutor ma collabora anche al progetto, portando le proprie competenze e collaborando durante le fasi più critiche dell’ideazione di esso, in quanto non ci sono propriamente “corsi” o “lezioni” da svolgere. Gli alunni a gruppi accolgono le proposte dei docenti oppure propongono idee e progetti da realizzare.

A questo punto abbiamo deciso di intervistare anche una “smanettona” che ha partecipato al progetto: Ilaria Benini della classe 5°BS del Liceo di Lugo. Alla domanda << Perché hai deciso di partecipare a tale progetto?>> Ilaria ci ha risposto che i ragazzi sono attratti dall’idea di partecipare a un Fablab perché hanno la possibilità di realizzare qualcosa grazie alle proprie competenze, acquisite negli anni di studio oppure a livello personale, e al proprio ingegno. Gli allievi trovano stimolante il fatto di trovarsi in gruppo con studenti non necessariamente coetanei e lo scambiarsi di idee e di esperienze.
Ma ai ragazzi che hanno partecipato al Fablab, questa esperienza è piaciuta? Sappiamo che per Ilaria e il suo gruppo è stato molto utile anche per comprendere al meglio il funzionamento di particolari strumenti e fenomeni utilizzati e studiati in classe. Ilaria e il suo gruppo hanno costruito un led wireless, modellini di aerei dotati di pannelli solari e un modellino della giostra delle tazze rotanti con lo scopo di calcolare le accelerazioni alla quale un bambino ,all’interno di questa, è sottoposto. Alcuni di questi progetti sono stati presentati da lei a un’esposizione di Maker-Studenti chiamata School Maker Day di Bologna. Ciò ha portato a un confronto molto costruttivo con degli studenti, principalmente di istituti tecnici, al fine di prenderne spunto per progetti futuri.
Il progetto Fablab a scuola si sta sviluppando principalmente negli istituti del Nord Italia grazie alla fondazione Nord Est la quale, con il sostegno di UniCredit, DWS Systems e Roland, intende creare una rete di Fablab nelle scuole della parte Nord-Orientale della Penisola. Ogni laboratorio sarà costruito sulle esigenze della scuola e del territorio e fornirà agli studenti la possibilità di unire l’attività didattica alla collaborazione con le imprese. Fablab a scuola è un progetto che nasce sul territorio e che si rivolge sia ai ragazzi che alle famiglie, agli educatori, alle imprese e ai Makers. Fin da ora è possibile contribuire allo sviluppo di Fablab a scuola compilando il form : si ricercano studenti che vogliano raccontare il progetto, educatori e genitori che ne diventino ambasciatori, imprese che ne vogliano far parte e makers pronti ad adottare i fablab.
Secondo noi il progetto è molto utile dal punto di vista formativo perché permette ai ragazzi di imparare con un approccio più pratico e non solo teorico come spesso avviene nelle scuole. Inoltre è stimolante perché permette di realizzare progetti ideati dai ragazzi stessi, incoraggiati sempre nel pensare a nuovi disegni creativi. Il FabLab quindi si può trasformare in un esperienza lavorativa e creativa.
Anche Ilaria Benini consiglia di partecipare al progetto in quanto, a sua discrezione, favorisce l’esperienza di gruppo, che è una componente fondamentale per un Fablab. Questo progetto ha inoltre favorito la formazione di un buon rapporto tra gli studenti e i docenti curanti il progetto, che hanno guidato i ragazzi mettendo a disposizione le proprie conoscenze per far si che le idee degli “smanettoni” potessero essere realizzate.
Ringraziamo il prof. Marco Vassura, docente presso il Liceo Scientifico Ricci Curbastro di Lugo, e Ilaria Benini, studentessa dello stesso istituto, per la collaborazione che ci è stata offerta.