Un progetto di educazione green al Liceo Formiggini di Sassuolo (MO)
di Beatrice Gavioli, Veronica Turturro, Marica Coppola e Caterina Dalla Libera (anno 2017 – Classe 4B – Liceo Scientifico Roiti di Ferrara)
Aree tematiche di riferimento: ecologia, geologia, tecnologia Stato attuale del progetto: concluso

Con questo articolo e la video presentazione che lo accompagna, vogliamo portare all’attenzione dei lettori il progetto didattico “ECOLOGIA INDUSTRIALE” attuato tra il 2013 e il 2016 a Sassuolo, in provincia di Modena, nel Liceo Formiggini, e basato sui concetti dell’omonima disciplina. Il progetto è stato curato Prof.ssa Roberta Lumetti, docente di scienze.
Molti di voi probabilmente non sanno cosa si intenda con il termine “ecologia industriale”, con cui si fa riferimento a quella scienza che ha per oggetto lo studio del sistema umano – inteso come produttivo, sociale e culturale – nel contesto del proprio ambiente. In pratica vi si studia l’impatto che le attività industriali hanno sull’ambiente stesso.
La definizione è stata introdotta da Robert Frosch nel 1989, tramite il suo articolo ‘Strategies for Manufacturing’ e, all’interno della sua prospettiva, assunse particolare importanza il concetto di simbiosi industriale. Robert Frosch, fisico statunitense, ha condotto ricerche in ambito acustico alla Columbia University per poi diventare amministratore della NASA e di altri enti governativi USA. Nell’articolo di Frosch l’ecologia industriale si assume il compito di capire come ridurre la produzione di rifiuti nel processo industriale e come massimizzare l’impiego efficiente dei materiali di scarto e dei prodotti a fine vita, intesi come input per altri processi produttivi. Nel quadro della ‘simbiosi industriale’ può avvenire quindi lo scambio di risorse tra due o più industrie dissimili, intendendo con “risorse” non solo i materiali (sottoprodotti o rifiuti), ma anche cascami energetici, servizi ed expertise. Tale sistema può essere innescato, secondo Frosch, solamente con l’aiuto e l’intervento di numerosi enti e persone che cercano di risolvere un numero congruo di potenziali problemi. Alla base del concetto di ecologia industriale è quello di ‘metabolismo industriale’ proposto da Robert Ayres per qualificare l’analisi del concatenarsi dei processi fisici che trasformano le materie prime, l’energia e il lavoro, in prodotti finiti e, soprattutto, in rifiuti che inquinano aria, acqua, suolo, con lo scopo di capire come poter influire, in senso ecologico, su questi processi e fare in modo che la tecnosfera migliori la propria efficienza.

Negli anni ’60, nel territorio di Sassuolo, in provincia di Modena, è stata scoperta la presenza di un importantissima risorsa naturale: l’argilla, dalle grandi potenzialità per lo sviluppo industriale. Questa materia prima che ha generato un boom produttivo, permettendo la costruzione di una rete di industrie ceramiche e il miglioramento di infrastrutture preesistenti per il trasporto veloce dei prodotti finiti, come strade e tangenziali, oltre alla costruzione di uno scalo merci. Sassuolo è diventata così uno dei maggiori centri di produzione di piastrelle e mattonelle, consentendo un massiccio afflusso di lavoratori del settore e la costruzione di nuovi importanti insediamenti nell’area. La nascita di molte industrie ha prodotto ricchezza, ma, naturalmente, ha anche aumentato in modo esponenziale l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del sottosuolo, provocando interrogativi sulla coesistenza tra ambiente e crescita economica.


Tra i principali inquinanti connessi alla lavorazione e trasformazione delle argille ricordiamo, per l’aria:
- gas pesanti e i combustibili fossili emessi durante la cottura e l’essicazione dell’argilla (petrolio, gas naturale, metano),
- le SOV (Sostanze Organiche Volatili); la trasformazione delle argille e delle altre materie prime delle ceramiche comporta infatti inevitabilmente la formazione di polvere, soprattutto nel caso delle materie secche),
- CO2 e ossidi;
mentre per l’acqua e il suolo risultano critici:
- il lavaggio delle attrezzature industriali,
- le acque di scarico,
- i rifiuti di lavorazione.

La Prof.ssa Roberta Lumetti, che insegna al Liceo Formiggini di Sassuolo ed è laureata in scienze naturali, ha da sempre avuto a cuore questi problemi e, nel 2005, con altri docenti di scienze dell’Istituto, ha fondato il “Gruppo Naturalistico del Formiggini “, con lo scopo di coinvolgere gruppi di studenti su progetti ambientali pluriennali (spesso tra loro paralleli in uno stesso anno curricolare) destinati allo studio delle tematiche naturalistiche, fornendo ai ragazzi e alle ragazze occasioni di approfondimento – grazie al contesto numerico più ristretto rispetto a quello della quotidiana attività sui banchi – e la possibilità di entrare in contatto con esperti di livello universitario e protagonisti dell’impresa locale.

Il progetto “ECOLOGIA INDUSTRIALE” è stato sviluppato negli anni scolastici 2013/2014, 2014/2015 e 2015/2016 (in quell’anno accanto a un ulteriore progetto, creato nell’ambito delle attività legate all’EXPO di Milano del 2016) e ha subito saputo collegare la vocazione preminentemente ambientale del “Gruppo Naturalistico” con quella di un secondo nucleo di lavoro, nato sempre al Formiggini e raccolto intorno al progetto “Logos” , di ispirazione tecnologico/logistica e di orientamento più professionalizzante, svolto dai docenti di matematica in collaborazione con Confindustria Ceramica di Sassuolo. “Logos”, tuttora attivo (mentre il progetto “ECOLOGIA INDUSTRIALE” si è interrotto con l’anno scolastico 2016/2017 a causa dell’affollarsi degli impegni dei docenti legati all’esordio anche nei Licei dell’ alternanza scuola-lavoro resa obbligatoria per legge), prevede soprattutto la visita degli stabilimenti ceramici, fornendo incontri con personale esperto.
“ECOLOGIA INDUSTRIALE” ha voluto costituire una possibile risposta al bisogno di trasmettere ai ragazzi in modo organico l’importanza del conoscere la più importante industria del territorio di Sassuolo, quella ceramica, mettendone in luce non solo e non tanto gli aspetti economico-produttivi, ma soprattutto quelli ambientali nel loro legame con la salute dei cittadini e mettendo in risalto i miglioramenti che ci sono stati dalla nascita dell’industria ceramica del territorio di Sassuolo dagli anni ’60 ad oggi, pur nelle perduranti criticità.
Il progetto, condiviso economicamente fin dalle sue prime battute da aziende locali, enti pubblici e multiutility di servizi ambientali (1) e che ha visto da subito ben 15 studenti attivamente partecipanti in incontri che avvenivano soprattutto al pomeriggio, era incentrato su multiformi attività. Il programma integrava tanto gli aspetti culturali generali legati alla conoscenza dei concetti di base dell’ecologia applicati all’industria quanto quelli più tecnici connessi con la conoscenza dei principali fattori industriali di inquinamento di aria, acqua e suolo, toccando temi molto tecnici circa il rilevamento degli inquinanti e delle tecnologie di cui l’industria dispone per abbattere tali inquinanti prima che entrino nell’ambiente. Il tutto con la presentazione delle varie figure professionali collegate a questi temi. “ECOLOGIA INDUSTRIALE” prese quindi il via con tre lezioni teoriche mirate, curate da esperti.

Inizialmente un docente di scienze del Formiggini ha esposto i concetti principali di ecologia, di impatto ambientale, di impronta ecologica e di fattori inquinanti di origine industriale di acqua, aria e suolo. E’ toccato poi a un esperto dell’A.R.P.A di Modena approfondire le metodiche e le strumentazioni di rilevamento ambientale e lo stato attuale dell’inquinamento nel comprensorio ceramico, mentre la tecnologia applicata all’ambiente per ridurre l’inquinamento e le nuove figure lavorative nel campo della green-economy, sono state illustrate da un membro di Confindustria Ceramica. L’ultima lezione, curata da HERA, ha riguardato la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani e industriali nel territorio di Modena.
Preparati da queste conferenze, gli studenti hanno effettuato le esperienze di laboratorio per l’osservazione di licheni e microinvertebrati intesi come indicatori biologici, tramite l’utilizzo dello stereo-microscopio e test di analisi chimica sull’acqua, con la supervisione di un dipendente del CEAS.
Terzo step del progetto sono state le visite alle realtà produttive della ceramica sul territorio (2) e ad altri impianti del ciclo ecologico, come l’impianto di selezione dei rifiuti di HERA e il termovalorizzatore di Modena.

Il progetto “ECOLOGIA INDUSTRIALE” già dopo il suo primo anno ha avuto un riscontro significativo a livello nazionale, con l’invito a partecipare, il 10 ottobre 2014, alla XII Edizione dell’evento “3 giorni per la Scuola”, presso lo Science Center Città della Scienza di Napoli, dove la Prof.ssa Lumetti e la studentessa Monica Corradini, in rappresentanza del gruppo del Formiggini, hanno illustrato le attività svolte nell’ambito della sezione “Scuola, Università e Lavoro” della tre giorni napoletana.
Nell’anno scolastico 2014/2015 “ECOLOGIA INDUSTRIALE” è stato realizzato con le stesse modalità dell’anno precedente, con un incremento, tra l’altro, delle realtà sostenitrici (3) .
Nella seconda metaà dell’A.S. 2015/2016 “ECOLOGIA INDUSTRIALE” ha visto formarsi una sorta di spin-off del gruppo di studenti che avevano seguito le attività del progetto nei mesi dell’autunno 2015. Carlotta Daviddi, Tarita Pecorari, Matteo Giacchino e Mattia Marasti hanno così dato vita al progetto di simulazione di un’impresa sostenibile chiamato “Green Deca”. Ebbene, il 20 maggio 2016 i ragazzi del Liceo Formiggini hanno ritirato, per il loro “Green Deca”, un premio alla quinta edizione dell’evento “Ceramica fra le righe” (a cui hanno partecipato 300 studenti di 8 scuole diverse della Provincia di Modena), come vincitori provinciali del concorso ‘La tua idea di Impresa’, il progetto di diffusione della cultura d’impresa nelle scuole superiori italiane coordinato da Sistemi Formativi Confindustriacon il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Si è detto della sospensione, nel 2016, di “ECOLOGIA INDUSTRIALE” del Formiggini, a causa degli impegni dell’Alternanza Scuola Lavoro. Alla luce dei successi avuti dal progetto, non solo attraverso premi e menzioni, ma anche nel far aumentare di alcune unità il tasso di iscrizione alla Facoltà di Ingegneria Ambientale dell’Ateneo di Modena e Reggio e, soprattutto, nel modificare il rapporto dei ragazzi che lo hanno seguito con la storia del territorio, noi non possiamo che esprimere un certo rammarico per questo. Rammarico che fa tutt’uno con la convinzione che bisognerebbe prendere spunto da iniziative come questa per crearne di nuove che riescano ad adattarsi alle esigenze di ogni città.
La città da cui noi che scriviamo proveniamo, vale a dire Ferrara, è conosciuta come “la città delle biciclette”, per il largo uso quotidiano di questo mezzo di trasporto ecologico. Tuttavia, anche a Ferrara, i provvedimenti presi dal Comune, con l’introduzione di autobus urbani elettrici, non sono serviti a modificare l’alto tasso di inquinamento, dovuto sia alla presenza di industrie che contaminano il suolo e le falde acquifere, sia all’inquinamento da smog proveniente dalle regioni circostanti la Pianura Padana, che si incanala nelle nostra zona, purtroppo rimanendoci. La nostra provincia spicca come uno dei territori emiliani più inquinati in rapporto al numero degli abitanti e il rischio di ammalarsi di cancro, a Ferrara, è molto elevato, principalmente per neoplasie delle vie respiratorie. A dimostrarlo sono i dati diffusi dal progetto “Itacan” di Airtum (Associazione Italiana dei Registri dei Tumori). Le statistiche più aggiornate risalgono al decennio passato, nel periodo compreso tra il 2004 e il 2008. I casi di tumore accertati, in totale, sono stati 2980 (1628 maschi e 1352 femmine).
Tramite questo articolo e i problemi ambientali di cui tutti noi siamo al corrente, speriamo di aver stimolato la vostra sensibilità nei confronti del nostro territorio, e di avervi fatto comprendere l’importanza di questo problema. Sappiamo che sarà un percorso lungo e tortuoso, ma con la buona volontà e la partecipazione di tutti, possiamo fare grandi cose. Tanti piccoli gesti, accumulati, porteranno a grandi risultati, perché anche questo cammino, nonostante sia impervio, comincia con un passo.
Note
(1) Confindustria Ceramica di Sassuolo, Kerakoll di Sassuolo, A.R.P.A di Modena, Gruppo HERA di Modena, C.E.A.S Pedecollinare.
(2) “Marca Corona” di Sassuolo, “Casalgrande Padana” di Casalgrande, scalo merci di Dinazzano, laboratori di ricerca industriale della Kerakoll a Sassuolo e altri.
(3) “Museo della Ceramica” di Fiorano Modenese (sezione “manodopera”), Centro Ceramica di Bologna